Lun, Apr 29, 2024

Nel piccolo regno di Garcia

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Come ogni favola anche questa inizia così:

 

   C’era una volta, si dice cosi perché i protagonisti non ci sono più, anche se sono vissuti per davvero tanti anni fa e, chissà che non sia vero, continuino a vivere insieme per l’eternità.

Garcia, il piccolo cucciolo di pincher chihuahua entrò nella vita di Fifty (vero nome Giovanni) un pomeriggio d’autunno di tanti anni fa... gli venne presentato come un cane di piccolissima taglia, mini toy, il cane da sempre desiderato sin dal suo primo giorno di vita.

 

   Garcia ha dovuto farsi spazio nella nuova famiglia, dovendo prima di tutto    affrontare la moglie di Fifty, la quale non vedeva di buon occhio il piccolo    cucciolo perché aveva appena subito un intervento che la obbligava a    stare ferma in poltrona e, non potendosi muovere, aveva lei per prima bisogno di tutte le cure dalla famiglia.

   Questa era la ragione principale per cui non accettava il cucciolo, ma Fifty, soprannominato così dalla fidanzata del figlio, iniziò comunque a costruirgli in una stanza della casa un recinto con alcuni pezzi di legna raccolti qua e là.

    Egli cercò di preparare per il cucciolo un recinto proprio uguale a quello che i bambini trovano all’asilo, una casetta di spugna e giocattoli per i loro giochi, Fifty quindi ne costruì una su di un tappeto di erba sintetica con delle margherite disegnate sopra, gli mise una ciotola per l’acqua e tanti giocattoli per tenergli compagnia, una bottiglina d’acqua calda per la notte, dove il piccolo si appoggiava quasi sentisse il calore della mamma ed una piccola sveglia, il cui tic tac gliene ricordava il battito del cuore, che per ben poco tempo aveva potuto ascoltare.

 

 

   È cosa risaputa infatti che non tutti gli umani preferiscono tenere con sè tutta una cucciolata così, quanto prima, se ne vogliono disfare dando via i piccoli, privandoli in questo modo per sempre dell’amore della propria mamma che avrebbe avuto per loro delle attenzioni e avrebbe insegnato dei primi comportamenti che avrebbero dovuto poi assumere da grandi, come quello di socializzare tra loro, quello di rispettare il branco e di come procurarsi cibo e acqua necessari alla loro sopravvivenza.

 

 

   Garcia era l’ultimo della cucciolata, quindi il più piccolo, freddoloso e indifeso, anche diverso di colore in quanto era biondo rossiccio (fulvo), mentre gli altri erano di colore nero, più forti e più vispi e già gli facevano i primi dispetti.

Gli salivano addosso, gli passavano sopra tanto che il piccolo si rifugiava sempre più giù,   verso il fondo della cesta dove la mamma li aveva partoriti.

 

 

   Fu proprio così che Gabriele, il figlio di Fifty, mentre fissava la cesta contenente tutta la cucciolata si accorse della presenza del più piccolo che, imbarazzato dalla prepotenza dei fratelli, cercava già un rifugio per proteggersi.

Sarà stato probabilmente anche il suo colore a catturare l’attenzione di Gabriele che decise di prenderlo, pensando che forse non sarebbe neanche sopravvissuto ai suoi stessi fratelli.

Così, avvolto in una calda sciarpa di lana lo prese e lo portò a casa.

 

 

   Garcia, come i bambini la prima notte nella nuova casa, non fece dormire nessuno per i suoi lamenti e pianti, forse l’ambiente nuovo, l’assenza della mamma e dei fratellini, così che spaventato, cercava di uscire in tutti i modi dalla casetta.

Tenne svegli perciò sia Gabriele che la sorellina Noemi i quali comunque all’indomani sarebbero dovuti andare a scuola e non potevano trascorrere la notte svegli.

Così Gabriele, seppure a malincuore, decise che il giorno dopo lo avrebbe riportato indietro, ma fu proprio a questo punto che intervenne Fifty.

Egli capì che quel piccolo ospite, era già diventato importante per la famiglia e decise quindi di prendersene cura lui tanto che, per far dormire gli altri, se lo portò in camera da letto sua, avvolto nella copertina di lana appoggiato nella piccola cesta.

 

   Il giorno dopo convinse Gabriele a lasciarlo a casa assicurando che se ne sarebbe preso cura personalmente e fu così la gioia di Noemi e di tutti.

   Da quel giorno Fifty divenne il papà, il nonno e tutto per il cucciolo e non sapendo come rivolgersi a lui pensò bene che per chiamarlo avrebbe usato dire “vieni dal nonno”   proprio perché non si sentiva il suo padrone, insomma andava bene cosi.

 

 

   Passavano i giorni, le settimane e il piccolo Garcia cresceva bene; i suoi occhietti erano di colore verde chiaro come i prati in primavera, la punta del suo nasino era rimasta rossa come una ciliegina sulla torta dei compleanni, il suo pancione era gonfio come una mongolfiera tanto che non riusciva a camminare bensì si rotolava per terra forse per tutti gli omogeneizzati che il Fifty gli aveva dato da mangiare, visto che dalla sua mamma non aveva avuto il latte necessario.

   

   Il tempo trascorreva e Garcia diventava sempre più bello, aveva già fatto le prime vaccinazioni, gli erano state somministrate le gocce per la sverminazione, quindi da lì a poco sarebbe potuto uscire per strada a zampettare, giocare e imparare cose nuove proprio come i suoi compagni a quattro zampe. 

    La prima cosa che capimmo di Garcia fu che era un   fannullone o meglio un pigro perchè non voleva scendere   le scale ma preferiva essere preso in   braccio, iniziavano le   sue pretese o i suoi capricci, come tutti    quelli che   si sentono coccolati da tutti, in macchina preferiva  stare sulle   ginocchia del guidatore e non nel cofano come fanno tutti   gli altri, si interessava a tutto quello che si   avvicinava alla    macchina e riusciva ad allontanare tutti i “vu cumprà” che si avvicinavano e si muoveva intorno a lui.

 

 

   Man mano che cresceva, le sue zampe diventavano sempre più forti e robuste tanto da scoprire da lì a poco che non era un mini toy, quindi sarebbe diventato più grande anche se di poco e questo costituiva un problema di spazio in quanto bisognava risistemare tutte le sue cose in maniera diversa, intanto tutta la famiglia si stringeva intorno a lui volendogli sempre più bene.

 

   L’unica, ma non per molto contraria, era rimasta la moglie di Fifty che pur non facendogli del male, non riusciva ancora a fargli le feste, così che tutti pensarono che il pelo di Garcia le facesse impressione, vista la sua paura da piccola per i peluche con i loro peli lisci e morbidi come Garcia, uno di quei bei morbidoni che si stringono durante la notte per sentire la loro morbidezza e calore.

 

 

   Il Natale intanto si avvicinava e con esso Garcia scopriva per la prima volta l’albero con le sue palline colorate, i fili d’argento e i babbi Natale di cioccolato, pertanto iniziarono anche i suoi piccoli guai, infatti mordeva l’albero, cercava di rompere le palline, di mangiare i pezzetti di cioccolato che pendevano dai rami, scartocciare i pacchi regali… insomma per lui era un gioco ma per gli altri della famiglia Garcia diventò l’incubo delle feste, tanto da tirargli scarpe scarponi pantofole e quant’altro, ma alla fine vinceva sempre lui e tornava un sorriso sulla bocca di tutti.

    Questa fu la prima volta che trascorse la notte di Natale con tutta la famiglia aspettando la nascita di Gesù ma una delle cose che Garcia temeva era il rumore dei botti che si sentivano arrivare da fuori come quando sentiva urlare per la partita di calcio… allora era pronto a scappare sotto ai letti, tavoli e poltrone tanto che ci voleva tutto l’affetto per tranquillizzarlo.

 

 

   Passato il grigio e freddo inverno, l’arrivo della primavera trovò tutti vogliosi di uscire e di fare lunghe passeggiate lì dove gli alberi si rinvigorivano, nei prati sbocciavano i primi fiori, i fiumi e i ruscelli iniziavano a sciogliersi dalla neve e riscaldarsi del primo caldo del sole, mentre le rondini ritornavano per fare il nido e le marmotte si svegliavano insieme agli orsi uscendo dal letargo… anche le lucertoline si lasciavano accarezzare dal sole, insomma tutta la natura era in festa.

    Garcia si dimenava tra lunghe passeggiate nei parchi, nei boschi e su distese spiagge deserte, quando un bel giorno mentre correva sulla battigia del mare, proprio dove il mare tocca per ultimo la spiaggia e rotolandosi dentro quasi cercasse qualcosa, ad una piccola distrazione di Fifty Garcia si allontanò per raggiungere un gruppo di cani avvistati più in là molto malandati, quei cani che vivono per strada senza riparo né cibo, se non quello di fortuna.

I   l piccolo cucciolo avvicinandosi a loro voglioso di giocare scoprì a sue spese che chi ha la pancia vuota non sempre è ben predisposto a giocare, infatti infastiditi dal piccolo cucciolo dal pelo lucido, gli occhi vispi e il sorriso in viso, da lì a poco gli mostrarono le loro affilate e bianche zanne scaraventandosi contro il piccolo per azzannarlo.

Intanto Garcia ancora non aveva capito che i tre erano male intenzionati e che fra poco sarebbe successo qualcosa, perciò li aspetto lì credendo fosse un nuovo gioco, ma i tre avventandosi sopra di lui iniziarono a morderlo e farlo rimbalzare in aria, per terra, di qua e di là.

 

   Fifty accortosi del fatto non sapeva cosa fare per il piccolo e giovane cucciolo, sarebbe voluto diventare un’aquila per portarlo con le sue robuste zampe via dalla ferocia e cattiveria dei tre robusti e ostili cani randagi, così iniziò a correre verso il branco e armato di niente si lanciò dentro il mucchio lasciando scappare i randagi e riuscendo a mettere in salvo il cucciolo, rischiando in tal modo anche la sua vita, ma gli andò bene anche se nel prendere Garcia tutto pieno di sangue ebbe la sensazione che questi ce l’avesse con lui rimproverandolo di non essere arrivato prima, infatti iniziò a morderlo e abbaiargli contro per averlo lasciato solo e indifeso.

    Con i suoi occhi Garcia pareva dicesse tutto questo, mentre Fifty non sentiva dolore ma si preoccupava solo di correre dal dottore, mentre Garcia un po’ alla volta iniziò a sentirsi al sicuro nelle braccia del nonno che continuamente gli sussurrava parole dolci cercando di tranquillizzarlo mentre arrivavano di corsa dal dottore che già conosceva Garcia

    Egli corse così tanto che gli sembrò di volare quanto fu il poco tempo che ci impiegò mentre la moglie era rimasta terrorizzata dalla scena presentatasi ai suoi occhi di quella ferocia e inaudita cattiveria con cui i tre si erano scagliati contro il piccolo tanto che     guardò Garcia con occhi diversi iniziando così un vero e proprio amore fra i due.

Da quel momento la nonna infatti si avvicinava ogni giorno sempre di più al cucciolo, gli riempiva la ciotola con l’acqua e la pappa, gli andava a guardare le ferite e aspettava anche lei che il piccolo ritornasse a correre per casa come faceva prima, insomma in lei uscì fuori l’amore di mamma, tanto che quando gli altri della famiglia erano fuori lei teneva compagnia a Garcia che le conquistò il cuore.

 

   Man mano che passavano i mesi arrivarono le stagioni dell’amore anche per Garcia che

iniziava ad osservare le cagnette in modo particolare, a girale intorno, ad amoreggiare con loro ma nel momento dell’accoppiamento tutti sembravano non particolarmente predisposti visto che dopo sarebbe diventato un problema per i nuovi nati in quanto non di razza e quindi impossibilitati ad essere venduti; quindi il povero Garcia rimaneva sempre a bocca asciutta e molto dispiaciuto per non essersi potuto accoppiare, dando alla casa dei suoi discendenti.

    Gli ormoni gli bollivano e lo rendevano agitato, angustiato e triste, insomma ci stava molto male fisicamente e mentalmente, sembrava un bambino a cui gli viene negato il gelato, per cui con santa pazienza Fifty doveva trovare sempre il modo di distrarlo.

 

 

    A volte Garcia rubava i pupazzi, i vecchi cuscini, le palle di spugna e rifugiandosi dove nessuno poteva vederlo immaginava di accoppiarsi.

 

   Questa fu una delle cose che Fifty dovette negare a Garcia, la gioia di diventare papà e

l’altra che lo rendeva triste era quella di doverlo tenere a guinzaglio perché così iniziava a diventare più il suo padrone e non il suo amico e compagno di vita. Mai pensò di farlo castrare, anche se questa pratica è ormai tanto diffusa per gli animali, in quanto Fifty era dell’idea che quello che Dio dona nessuno lo può portare via.

    Intanto l’Autunno si avvicinava si aprirono le scuole per i bambini ma anche per i giovani cani dove vanno ad imparare cose nuove ma soprattutto a giocare all’aperto a socializzare e stare bene insieme, qui gli istruttori studiarono il comportamento di Garcia e riscontravano in lui un carattere forte viziato e prepotente.  

    Avrebbe dovuto essere educato ma era importante che innanzitutto a casa doveva ricevere le sue prime lezioni di buon comportamento.

    Fu allora che tutta la famiglia decise di non fargli avere queste lezioni perchè riteneva che era bene lasciarlo libero di conservare le sue prepotenze e quindi non se ne fece nulla, non tenendo conto che così lui avrebbe preso sempre di più il sopravvento su tutti costringendoli a fargli fare quello che voleva.

   Questo si dimostrò un enorme sacrificio per tutta la famiglia ma soprattutto per Sissi  vittima designata di Garcia, che diventò l’incubo del nonno tanto che al mattino gli saltava dentro al letto fino a quando non lo tirava giù costringendolo a vestirsi e a farsi portare giù per i suoi bisognini.

   Insieme si recavano poi a prendere il pane dal fornaio appena uscito dal forno e tornavano a casa dove tutti li aspettavano.

 

   Un giorno durante una delle loro solite passeggiate ai giardini pubblici mentre Garcia faceva i suoi bisogni vicino a una grossa quercia gli spuntò davanti un cane di razza aggressiva: un pitbull dagli occhi rossi come il fuoco, pieno di muscoli che sembrava volessero uscire da fuori tanto erano grandi, con lunghi denti e bocca spalancata pronta per morderlo.

   A tale visione il nonno dovette di nuovo ricorrere al suo istinto e con mossa fulminea tirò Garcia verso di sé alzandolo da terra con tutta la sua forza e iniziò a ruotare su se stesso fino ad inciampare su una panchina.

   Alle sue spalle, una volta caduto in terra, vide passare sul suo corpo l’enorme cane con le fauci aperte pronto ad azzannarlo e proprio in quel momento, fortuitamente col suo braccio riuscì a tenere via il cane da Garcia rimanendone però lui stesso vittima, poi con grida di paura attirò l’attenzione del padrone di quel cane che accorse proprio poco che mordesse i due malcapitati.

  

   Questa fu tra le avventure dei due la più più spaventosa e da quel giorno dovettero evitare per sempre quei giardinetti perché Garcia, al solo passaggio, intuiva la paura e il disagio del nonno.

 

   Sissi ormai stanco, molto vecchio e malato, non usciva neanche più da solo, tanta era la poca forza rimastagli e la poco vista a disposizione, nonostante portasse gli occhiali.

l’unica persona rimastogli accanto era la nonna di Garcia, così soprannominata anche lei e

trascorreva così le lunghe giornate alla finestra a ricordare la sua gioventù, la sua famiglia, i suoi figli Noemi e Gabriele, le loro lunghe passeggiate i pic-nic nei boschi, le gite in autunno in cerca di funghi e castagne-

     Mentre la vita scorreva arrivarono i fidanzati le fidanzate i nipotini e la famiglia divenne più grande e fu proprio grazie ai suoi figli che, sposatosi ed avendo avuto dei piccoli,Fifty si sentì anche chiamare nonno per vero.

    Nella sua mente si rivedeva bambino con i pantaloncini corti e il grembiulino blu con la coccarda da capoclasse insieme alle sue sorelle, la sua mamma e il suo papà che però non ebbe per molto in quanto una strana malattia glielo aveva portati via.

 

   Durante la sua vita Fifty non ha mai potuto fare a meno di pensarli e ricordarli sempre; quando parlava di loro la sua voce si rimpiccioliva e i suoi occhi iniziavano a lacrimare, ormai anche a Fifty erano comparse le prime rughe, la pelle iniziava a disidratarsi, i capelli gli diventarono bianchi come la luna in cielo in una bella notte d’autunno, ma nel suo mondo lui non riusciva a vedersi così, mentre la sua immagine allo specchio era sempre quella di un giovane pronto a nuove sfide e pronto a nuove avventure.

  Fifty amava la vita e tutto quello che c’era sopra, iniziando dal mondo degli animali fino ai fiumi, laghi mari e le lunghe e torride cascate che al sol guardare incutono timore.

   Lui trattava la natura tutta come cosa vivente e animata e per nulla le avrebbe mai fatto un torto, ma la stessa che lui amava tanto stava ponendo fine alla sua vita voltandogli le spalle, senza che lui se ne accorgesse, pauroso come tutti dell’ignoto.

 Fifty odiava pensare alla morte, la riteneva una cosa ingiusta e crudele ma quando, alle prime luci di un autunno appena iniziato con le foglie che si staccavano dagli alberi per formare un tappeto rosso per terra e gli animaletti iniziavano a sistemarsi il rifugio per l’inverno, mentre gli uccelli iniziavano il loro viaggio di migrazione verso luoghi più caldi e tutto diventava più freddo e solitario, capì che quella solitudine intorno a sè altro non era che arrivata la sua ora e nei suoi ultimi respiri egli iniziò ad invocare la sua mamma.

 

    Egli l’invocava affinchè gli facesse trovare il coraggio di oltrepassare quel grande buco bianco per andare per sempre da lei, così da ricongiungersi per sempre in Paradiso.

 

    Fu proprio in quell’attimo Fifty vide arrivare da quella grande luce bianca Garcia

con tutti i suoi fratellini e con la sua vera mamma per andargli incontro ed aiutarlo con le loro piccole bocche tirandolo verso quella luce che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di oltrepassare da solo.

 

 

    Fu il ritrovarsi con il suo fedele amico Garcia con il quale, una volta di là, avrebbero iniziato a correre liberi come una volta che Fifty ritrovò la sua forza e potette saltare da una nuvola all’altra trovando anche la sua mamma e il suo papà ad aspettarlo e quanti sulla Terra gli avevano voluto bene.

 

Questa è la storia cosi raccontata da chi dice di averli conosciuti in questo mondo e da chi dice di averli sognati insieme in un mondo dove tutto è possibile, senza padroni, senza nè vinti nè sconfitti, senza cani randagi, senza furbi e prepotenti.

   Tutti lo chiamano il Paradiso e dove ancora una volta Giovanni ed il suo amico Garcia donano amore, gioia, ma soprattutto fedeltà… dimostrando che nei momenti più bui e tristi della vita l’unico che resta al tuo fianco è il tuo fidato cucciolo “amico cane".

 

Un grazie da chi ha reso possibile questa storia.

 

 

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Giovanni Compagnone

Commenti   

 
+1 #2 vidéos 2015-09-02 13:03
I am regular visitor, how are you everybody? This piece of
writing posted at this web page is genuinely good.
Citazione
 
 
+2 #1 flora 2015-05-22 07:25
ringrazio Liliana se ancora oggi .I' amore, la dedizione , il suo animo nobile e sensibile verso la poesia, l'arte ,e la voglia di condividere le sue conoscenze , ha permesso a grandi e piccini di vivere la magia della favola
Citazione
 

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